Con il passaggio della biblioteca dallo Stato alla Regione, sono state definite anche le sue competenze con la legge regionale 1.08.1977, n. 80 e 7.11.1980 n. 116.
Da allora la Biblioteca centrale della regione siciliana ha continuato a svolgere il suo ruolo di biblioteca di conservazione e a seguito della legge del 15 aprile 2004, n. 106 sul deposito obbligatorio di tutti gli stampati, ha assunto anche il ruolo di archivio dell’editoria siciliana, dove è possibile trovare copia di tutto quello che viene pubblicato in Sicilia.
“L’inizio dell’era informatica dovuta al genio di Alan Turing ha aperto le porte a quella che Luciano Floridi definisce la quarta rivoluzione. Questa Biblioteca a seguito del rapido sviluppo dell’informatica e di internet, ha subito grandi cambiamenti. “
L’inizio dell’era informatica dovuta al genio di Alan Turing ha aperto le porte a quella che Luciano Floridi definisce la quarta rivoluzione. Questa Biblioteca a seguito del rapido sviluppo dell’informatica e di internet, ha subito grandi cambiamenti. Fino agli inizi degli anni duemila la biblioteca registrava circa seicento ingressi al giorno, con un elevato numero di richieste di consultazione dei libri posseduti. Dopo l’incendio nel 2015 e la riapertura nel 2017, si è scesi da seicento a ottanta-cento ingressi al giorno, per non più di trenta opere richieste in lettura al giorno.
Ma cosa è successo negli ultimi anni?
Con la nascita e diffusione di internet e in particolare con i numerosi progetti di digitalizzazione dei libri antichi e moderni e la creazione di siti più o meno culturali che offrono informazioni su tutto lo scibile umano, la consultazione del libro cartaceo è diminuita in maniera sensibile arrivando a livelli bassissimi. Assistiamo a una rivoluzione simile a quella dell’introduzione della stampa tipografica alla fine del XV secolo in cui pochi continuavano a consultare i manoscritti, non sempre di facile lettura con i caratteri minuscoli e le numerose abbreviazioni, preferendo i più chiari libri a stampa. Allora non scomparvero i manoscritti, così come adesso non scompariranno i libri a stampa, ma sicuramente è cambiata la maniera di fruizione del bene libro e la ricerca dell’informazione.
Spesso si citano opere e fatti ripresi da siti i quali non sempre verificano la correttezza dell’informazione. Alla stessa maniera oggi si preferisce consultare la Treccani online, in realtà differente dalla versione cartacea di cui rappresenta una sintesi aggiornata, o un libro o enciclopedia in internet, nella versione digitalizzata su Google book, Archive.org, Gallica, Europeana, ecc. La possibilità di consultare queste opere online ha permesso di superare i limiti oggettivi delle biblioteche le quali possiedono solo una piccola parte dell’immenso patrimonio bibliografico mondiale. Per fare un esempio la Library of Congress possiede oltre 164 milioni di documenti, la British Library un patrimonio di oltre 150 milioni di volumi, la Bibliotèque nationale de France oltre 31 milioni, la nazionale di Firenze circa 9 milioni, la nazionale di Roma oltre 4 milioni, la nazionale di Napoli 2.200.000 volumi e la Biblioteca centrale della Regione siciliana solo 600.000 volumi. Appare evidente che la biblioteca a palermitana non può essere in grado di soddisfare le richieste di un’utenza sempre più aggiornata e globalizzata come potrebbe accadere a Roma, Firenze, Londra o Washington. Oggi un utente di qualsiasi età e formazione accede facilmente a milioni di volumi digitalizzati in rete. L’unico limite è rappresentato dalla “Legge sul diritto d’autore”, spesso violata, che limita la libera riproduzione delle opere.
“In questa nuova prospettiva la biblioteca non è più vista come un monumento culturale cui si rivolgono solo in pochi, ma è un Hub culturale”
La funzione della Biblioteca centrale della regione siciliana rimane comunque insostituibile, nella misura in cui possiede alcune opere in esemplare unico al mondo, richieste da utenti dall’Italia e dall’estero o opere non possedute da altre biblioteche siciliane e non consultabili in rete. Si può affermare senza tema di smentita che il mondo è cambiato e questa biblioteca si deve adeguare ai tempi, diversificando la sua offerta culturale divisa in tre possibili direttrici.
- La prima direttrice è l’assolvimento di quanto previsto dalla legislazione regionale vigente. La biblioteca centrale della regione siciliana è e rimane una biblioteca di riferimento per la ricerca in Sicilia, poiché possiede tutto quello che viene pubblicato nell’Isola e, nei limiti del possibile, sulla Sicilia in qualunque lingua nel mondo. Inoltre la biblioteca cerca di acquisire tutti i principali gli strumenti utili alla ricerca in tutti i campi. A questo fine si prevede di potenziare il settore delle principali opere di reference nel campo scientifico (medicina, ingegneria, ecc.). Inoltre questa è una biblioteca di conservazione, con i suoi oltre 400.000 libri editi prima del 1800 e i suoi 12.000 manoscritti e le sue raccolte bibliografiche, in alcuni casi non possedute da altre biblioteche nel mondo, come a esempio la raccolta completa del Giornale di Sicilia dal 1848 e L’Ora dal 1900 fino alla sua chiusura. Per potenziare ulteriormente l’offerta, si sta avviando il progetto di digitalizzazione del Giornale di Sicilia e a breve anche quello de L’Ora, mentre è allo studio la possibilità di digitalizzare alcuni dei fondi più preziosi della biblioteca, al fine di renderli disponibili online. La raccolta dei periodici posseduti inoltre, è una delle più importanti per quanto riguarda i giornali editi nel meridione nel corso degli ultimi due secoli. Presso questa biblioteca a esempio è possibile consultare l’intera raccolta della Gazzetta ufficiale della Regione siciliana su supporto cartaceo, oltre alle raccolte di leggi e decreti dal periodo borbonico fino ai nostri giorni. Da questa biblioteca dipende anche il coordinamento della catalogazione in Sicilia nel Sistema bibliotecario nazionale (SBN), che si integra a livello nazionale con tutte le oltre altre tremila biblioteche italiane. Questa biblioteca fornisce anche corsi di addestramento alla catalogazione alle altre biblioteche siciliane che ne fanno richiesta e aderisce al prestito interbibliotecario nazionale e internazionale. In biblioteca è presente anche l’unico Laboratorio di restauro librario pubblico sotto Napoli, dove si restaurano manoscritti e libri rari provenienti da tutta la Sicilia.
- La seconda linea di sviluppo consiste nel continuare a consentire l‘accesso ai lettori con libri propri, che oggi rappresentano la maggioranza degli utenti di questa biblioteca. Questo Istituto risulta ben radicato nel territorio offrendo a tutti gli utenti, purché abbiano compiuto almeno 16 anni, un punto di ritrovo dove potere studiare e consultare, all’occorrenza, un vocabolario o un’enciclopedia. A breve sarà attivato un accesso libero a internet wi-fi.
- La terza linea di attività è nuova ed è stata avviata sperimentalmente solo da tre anni, grazie alla preziosa collaborazione di un gruppo ristretto di colleghi. In questa nuova prospettiva la biblioteca non è più vista come un monumento culturale cui si rivolgono solo in pochi, ma è un Hub culturale. Ma cosa è la cultura? L’Oxford Dictionary fornisce una definizione antropologica (I costumi e le credenze, l’arte, lo stile di vita e di organizzazione sociale di un determinato paese o di un gruppo), sostanzialmente oggi recepita anche in Italia. Secondo l’enciclopedia Treccani, con E.B. Taylor alla fine del XIX secolo avviene un mutamento semantico nel significato di cultura. «La cultura non designa più, come avveniva nella concezione illuministica, soltanto le attività specificatamente intellettuali, ma comprende anche le abitudini e tutte le capacità acquisite e trasmesse socialmente». Semplificando, cultura è qualunque manifestazione dello spirito umano. In quest’ottica la biblioteca si è aperta a tutti i tipi di iniziative culturali, dalla presentazione di libri alle mostre, a conferenze che rientrano comunque nell’ambito del concetto di cultura inteso come manifestazione in senso ampio del pensiero e dell’attività umana.
La biblioteca si trova al centro della città in via Vittorio Emanuele, l’antico Cassaro. È sembrato quindi opportuno aprire anche il secondo portone dell’Istituto, attraverso cui si accede all’antico chiostro, – recentemente oggetto di un intervento di restauro-, una struttura originaria della fine del XVI secolo, più volte rimaneggiata, di cui Giuseppe Scuderi ha fornito una preziosa ricostruzione storica. Al suo interno sono ancora presenti due affreschi attribuiti a Pietro Novelli o alla sua scuola: uno in Sala delle Missioni attualmente adibita a Sala delle esposizioni, e l’altro nella Sala Fondi antichi, quest’ultimo visitabile solo in occasione di aperture straordinarie, essendo una sala di lettura. In particolari occasioni è anche possibile visitare il rifugio antiaereo che apparteneva al limitrofo Liceo Vittorio Emanuele II.
Il mondo sta cambiando, e la biblioteca cerca di adeguarsi a questo cambiamento.
In chiusura si deve rilevare il doppio ruolo che la Biblioteca centrale della regione siciliana è venuta assumendo nel corso degli ultimi anni. Oltre a essere una biblioteca di riferimento per tutto il meridione, la sua posizione sul Cassaro la qualifica come centro di aggregazione culturale nel tessuto sociale palermitano che ritrova in questa biblioteca le sue radici antiche.
Nei suoi locali è possibile trovare sia lo studente sia il professore universitario, il primo alla ricerca di un posto dove potere studiare avendo a disposizione gli strumenti di consultazione come i vocabolari, e il secondo in cerca di libri antichi e rari di difficile reperimento.
Ma vi è di più. C’è una comunità intera che adesso scopre il piacere di ritrovarsi in biblioteca.
Una biblioteca che come luogo di pubblico incontro è capace di nutrire la conoscenza, di ispirare il cambiamento, di incidere, in definitiva, sullo sviluppo della città stessa.
Ecco perché le biblioteche sono un tesoro di inestimabile ricchezza per ogni comunità.